Psicologa Palermo - Disturbi dell'adattamento
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Trattamento dell'ansia sociale - Fobia sociale

La caratteristica principale dell’ansia sociale, anche conosciuta come fobia sociale, è un intenso, ricorrente timore di situazioni sociali o prestazioni.
Individui con ansia sociale sono eccessivamente timorosi di agire in un modo che essi percepiranno come imbarazzante oppure di esibire sintomi d’ansia che altri osserveranno e giudicheranno negativamente (per esempio, sudare copiosamente, mani tremolanti, voce tremare). L’esposizione alla situazione sociale temuta conduce ad un immediato e intenso livello d’ansia, a volte fino al punto di avere un attacco di panico. Tale ansia e gli associati comportamenti di esitamento causano significativo stress emozionale e possono considerabilmente interferire con le attività quotidiane e le relazioni interpersonali.
Alcuni esempi di situazioni temute dalle persone con ansia sociale includono:
 Parlare in pubblico
 Mangiare in pubblico
 Bere in pubblico
 Scrivere in pubblico
 Uscire con qualcuno
 Usare bagni pubblici

Mentre non bisogna considerare l’ansia sociale un vero disordine dello spettro ossessivo compulsivo, esso ha delle caratteristiche ossessivo-compulsive che lo rendono simile al DOC (disturbo ossessivo compulsivo). Entrambe le condizioni sono categorizzate come disturbi d’ansia nel DSM IV.
Inoltre entrambe implicano intense, irrazionali paure e ripetuti evitamenti delle situazioni che provocano ansia. Inoltre, recenti studi indicano che approssimativamente l’11% di quelli con DOC hanno anche ansia sociale. Forse la similitudine più significativa che unisce i due disturbi è il processo ciclico con cui i sintomi di entrambe aumentano.
Per queste molte similitudini, alcuni metodi della terapia cognitiva-comportamentale (TCC) che sono così efficaci nel trattamento dell’DOC, sono impiegati nel trattamento dell’ansia sociale. La tecnica principale della TCC per il trattamento dell’ansia sociale è una variante dell’Esposizione e Prevenzione della Risposta usata nel trattamento del DOC.
Si è visto che con il programma imbarazzo è possibile giungere a dipendere dal giudizio altrui e a sviluppare un’autovalutazione negativa.
Anche in questo caso è necessario individuare le aree di disabilità, le situazioni particolarmente ansiogene e gli eventuali comportamenti di evitamento. Prendiamo in considerazione alcune situazioni che possono creare disagio. Le situazioni vanno immaginate con chiarezza. È importante distinguere tra sentimenti di ansia o paura e altri tipi di risposte emozionali, quali l'ira, la collera, l'irritazione. La propria autovalutazione deve solo riferirsi al livello d'ansia che si avverte o alle sensazioni che ne possono derivare, come ad esempio imbarazzo, sconforto, turbamento. L'elenco delle situazioni è indicativo ed è volutamente incompleto. Sta a voi per ogni «fattore» individuare altre eventuali situazioni.

ELEMENTI DELL'ANSIA SOCIALE

Paura di essere disapprovato o criticato
Qualcuno mostra antipatia nei tuoi confronti.
Qualcuno ti dice: «avresti potuto far meglio».
Una persona autorevole (superiore, professore) ti dimostra la sua disapprovazione.
Ti senti inferiore dell'altra gente che frequenti.

Paura di trovarsi al centro dell'attenzione
Devi parlare di fronte ad un gruppo di persone sconosciute.
Ti presenti ad un colloquio d'assunzione.
Ad una riunione dichiari di non essere d'accordo con la maggioranza.
Inizi una conversazione sul treno con un estraneo.

Paura dei confronti e dell'intimità
Affronti una persona che sai che ti ha mentito.
Ti dicono: «Sei irritabile, calmati».
Dici ad un amico che non si è comportato bene con te.
Rifiuti un favore ad un amico.
Un amico sentendosi depresso vuole parlare con te dei suoi problemi.

Paura dell'altro sesso
Accarezzi una persona dell'altro sesso.
Fai delle avances ad una persona dell'altro sesso che ti attrae molto.
Una persona appena conosciuta ti fa capire che le interessi molto.
Fai d'impulso un gesto affettuoso.

Paura di rifiuto o conflitti con i genitori
Uno dei genitori ti accusa di trascurarli e di comportarsi freddamente.
I tuoi genitori si comportano freddamente con te.
Assisti ad una discussione tra i membri della famiglia.

Quest’altro questionario, la Scala di Liebowitz modificato, aiuta ad individuare altre situazioni che possono creare disagio a chi soffre di fobie sociali.

SITUAZIONI ANSIOGENE

 Mangiare da solo in un locale pubblico
 Bere da solo in un locale pubblico (Bar)
 Parlare ad una persona autorevole
 Usare in pubblico il cellulare.
 Parlare in pubblico
 Entrare per ultimi in una sala affollata
 Andare ad un party
 Scrivere mentre s è osservati
 Lavorare mentre si è osservati
 Parlare con qualcuno che non si conosce molto bene
 Telefonare a qualcuno che non si conosce molto bene
 Parlare ad un meeting senza una precedente prepara­zione
 Parlare con persone estranee
 Essere sottoposti a test di abilità o culturali
 Servirsi di un gabinetto pubblico
 Esprimere approvazione o disapprovazione per qualcuno che non si conosce molto bene.
 Guardare negli occhi qualcuno che non si conosce mol­to bene
 Dare un resoconto verbale a un gruppo
 Mettere a proprio agio un partner per una relazione romantica o sessuale
 Dare un party
 Restituire oggetti acquistati ad un negozio e richiedere di essere rimborsati
 Resistere alle pressioni di un venditore.

Anche in questo caso, tenete un diario per annotare tutte le situazioni che vi possono creare disagio e valutate se siete in grado di affrontarle, anche se vi è difficile, o se invece le evitate.
Alcuni pazienti hanno annotato sul diario le situazioni da essi evitate, che possono sembrare semplici da affrontare, come: chiedere per strada ad una persona un’informazione, riportare indietro nel negozio un oggetto difettoso dopo averlo acquistato, resistere ad un venditore insistente, chiedere in prestito un oggetto o un libro a un amico, reclamare per un servizio scadente al ristorante o in banca.
Quando avete un elenco dettagliato di tutte le situazioni che vi creano disagio, ordinatele in una scala gerarchica, da quella meno a quella più ansiogena.
A questo punto è importante trovare un «modello», cioè un amico o conoscente che reputate abile nell'affrontare le situazioni sociali. Se non riuscite a trovare un modello tra i vostri conoscenti, potete cercarlo tra i personaggi televisivi. Per imparare comportamenti sociali adeguati è di grande aiuto osservare attentamente il modello: dovrete cercare di imitarlo. Tutti noi abbiamo la tendenza ad imitare un modello che con il suo comportamento ottiene dei risultati positivi.
Nell'imparare dal modello dovete focalizzare la vostra attenzione sia sui suoi comportamenti non verbali, da come si muove al tono della voce che usa, sia su quelli verbali: le frasi che usa, come parla ad una persona o ad un gruppo.
Quando avete individuato bene i suoi comportamenti dovete «immaginare» come il modello si comporterebbe in una situazione che a voi crea disagio. Immaginate diverse volte il suo comportamento.
Registrate i vostri pensieri negativi e il vostro dialogo interno. Ascoltate molte volte la registrazione del vostro dialogo interno negativo. Incomincerete ad annoiarvi a sentire i vostri pensieri negativi.
Segue la fase di esposizione. Dovete gradualmente affrontare le situazioni ansiogene. Sul diario scrivete: la situazione a cui vi siete esposti, come vi siete comportati, il disagio che avete avvertito, come avreste dovuto comportarvi e i pensieri che avete prima e dopo l’esposizione. Con l'esercizio vi sentirete sempre più sicuri; i progressi potranno essere rapidi e il vostro dialogo interno inizierà a diventare positivo.
Vediamo alcuni comportamenti che è necessario padroneggiare:

Contatto oculare. Guardate in viso il vostro interlocutore. Non tenete gli occhi abbassati. Se all'inizio vi è difficile mantenere il contatto oculare, potete osservare le labbra o la fronte del vostro interlocutore.

Postura. Quando vi sedete, appoggiatevi bene allo schienale della sedia, mantenete una posizione rilassata. Rimanere seduti rigidamente dà un'immagine di persona tesa e insicura.

I gesti. Mentre parlate utilizzate le mani per sottolineare, ma non in modo esagerato, ciò che state dicendo e evitate di «giocherellare» con le mani.

La voce. Nel comunicare è importante non solo che cosa si dice ma anche come lo si dice, cioè i toni e i volumi della voce, le pause e l'enfasi del discorso. Per acquistare queste abilità potete sempre servirvi del modello o, meglio, andare a fare un corso di dizione e recitazione. Alcuni miei pazienti hanno avuto notevoli vantaggi anche nel fare corsi di mimo e di ballo. Imparare a esprimersi sia con la voce che con il corpo ha dato loro una notevole sicurezza.

Esprimere i propri sentimenti. Non tenete tutto dentro di voi. Comunicate agli altri il vostro interesse o disappunto (vedi Fase 4 – Non esistere). Se una persona vi piace, diteglielo, ma, se è il caso, ditele anche che vi sembra che si sia comportata in modo non appropriato nei vostri confronti.

Fate complimenti. Le persone con ansie sociali hanno difficoltà nel fare e ricevere complimenti (vedi Fase 4 – Tacere). Iniziate da semplici espressioni gentili sull'abbigliamento e progressivamente passate a verbalizzazioni più dirette, quali: «Mi è piaciuto come hai fatto quel lavoro, sei realmente una persona competente, ecc.».

Quando avrete appreso nuovi e più funzionali comportamenti aumenterete l'autostima e diventerete delle persone più adattabili e flessibili nelle situazioni sociali.

 

Benvenuti nel sito della Dott.ssa Giusi Trapani, Psicologa Psicoterapeuta - iscritta all'Ordine Psicologi Regione Sicilia n. 3390 - riceve a Palermo in via Monte San Calogero n. 5 - Tel. 091 619 9333 - Cell. 345 3781020 - Autorizzazione PsySicilia 2005

 
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