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Ipocondria. Ansia correlata allo stato di salute

L’Ipocondria è una malattia cronica e debilitante che si caratterizza per la preoccupazione, pervasiva, sistematica e prolungata, legata alla paura di avere, oppure alla convinzione di avere, una malattia, grave, invalidante, subdola o nefasta, basata sulla errata interpretazione di uno o più segni, sensazioni o sintomi fisici spesso di per sé non patologici.
L’Ipocondria viene ad oggi inquadrata all’interno dello spettro dei Disturbi Somatoformi, un insieme di disturbi in cui sono presenti dei sintomi fisici che fanno pensare ad una condizione medica generale, da cui il termine somatoforme, e che non sono invece giustificati da una condizione medica generale, dagli effetti diretti di una sostanza, o da un altro disturbo mentale. Tuttavia tale inquadramento è molto discusso, in quanto essa presenta molte affinità, sia fenomenologiche che eziopatogenetiche, con i Disturbi d’Ansia e presenta un’alta comorbilità con i Disturbi dell’Umore. Peraltro, bisogna tener conto che il termine ipocondriaco, assimilabile ad un disturbo d’ansia connesso allo stato di salute, è più spesso usato come attributo e come sintomo descrittivo e condizione trasversale rispetto all'intero ambito della psicopatologia.

I sintomi dell'ipocondria
L’esito negativo degli esami effettuati, il decorso benigno dei disturbi e le rassicurazioni da parte del medico, come anzidetto, non riescono a dissipare queste paure ingiustificate, ma sortiscono solo un effetto immediato e transitorio di riduzione del disagio e delle preoccupazioni. La caratteristica più rilevante, in questi casi, è la SPROPORZIONE tra il disturbo organico o funzionale, quando presente, e lo stato di apprensione del paziente.
La preoccupazione causa disagio clinicamente significativo oppure menomazione nel funzionamento sociale, lavorativo, o in altre aree importanti. La durata dell’alterazione è di almeno 6 mesi.
Poiché si possa parlare di Ipocondria, ovviamente, una valutazione medica completa deve avere escluso qualunque condizione medica generale che possa spiegare pienamente i suoi segni o sintomi fisici.
Le manifestazioni ipocondriache possono riguardare numerosi apparati, organi specifici o singole malattie, o funzioni corporee, alterazioni fisiche di lieve entità, o sensazioni fisiche vaghe o ambigue.
I sintomi somatici dei pazienti ipocondriaci sono spesso l’esagerazione di normali sensazioni fisiologiche: ad esempio, vertigini, capogiri, sbandamenti, cefalee, disturbi visivi, formicolii, o sensazioni più complesse e bizzarre, come parti del corpo rimpicciolite, ingrandite, gonfiate, rinsecchite, raggrinzite, indolenzite, modificate.
Sebbene generalmente i sintomi accusati non siano caratteristici di malattie serie, i pazienti ipocondriaci li interpretano erroneamente, attribuendo loro un significato profondamente patologico, e li accompagnano con uno stato di ansia e preoccupazione per le malattie, per cui ascoltando moltissimo il loro corpo, si abbassa la loro soglia del dolore si abbassa. Fra le tante paure che ricorrono nell'immaginario dell'ipocondriaco bisogna considerare il tumore, la paura dell'infarto e quella di malattie degenerative. Ciò che lo differenzia dal normale timore di essere affetti da qualcosa di grave è che la paura non si manifesta sporadicamente, ma in modo sistematico e protratto per mesi o anni, caratterizzando 1 quadro di insicurezza cronica, paura immotivata e condotte terapeutiche irrazionali.

Epidemiologia
L’Ipocondria interessa una percentuale che va dall’1% al 5% della popolazione generale, mentre tra i pazienti ambulatoriali, la percentuale attuale si aggira intorno al 5%. Risulta equamente distribuito tra maschi e femmine. La sua incidenza non varia in base allo stato socioeconomico, la razza, o il livello scolastico dei pazienti. Il disturbo di solito esordisce nell’adolescenza, ma può non rendersi manifesto fino alla 4° decade nel maschio e alla 5° nella femmina. Tende a cronicizzarsi nel tempo, sebbene sia caratterizzato da fluttuazioni d’intensità, per cui risulta mutevole anche il grado di alterazione del funzionamento sociale e lavorativo. A causa della sua cronicità, alcuni studiosi ritengono che il disturbo sia soprattutto espressione di tratti di carattere.

Diagnosi differenziale
L’Ipocondria deve inserirsi in una alterazione globale e primaria dello psichismo, a differenza di altri disturbi che, pur interessando il vissuto corporeo, sono parziali e secondari, ossia a quei Disturbi Neurologici sia periferici che centrali, che comportando una alterazione delle cenestesi o del vissuto corporeo in senso lato, presentano caratteristiche affini, ma solo apparentemente, a quelle dell’Ipocondria, e dalla quale vanno distinti per caratteri, che sono nettamente diversi, mancando l’egocentrismo, la spiccata tendenza alla introspezione e l’ideazione patologica di malattia, che sono peculiari dell’ipocondria.
In altre sindromi neurologiche, di tipo centrale, è presente invece una alterazione più complessa del vissuto corporeo: ricordiamo ad esempio, l’Arto Fantasma, l’Asomatognosia, la Sindrome di Gerstmann etc., sindromi che hanno portato all’elaborazione del concetto di "SCHEMA CORPOREO", ossia l’immagine del corpo che si forma attraverso l’integrazione di sensazioni e percezioni propriocettive. Un deficit dello schema corporeo non può spiegare l’Ipocondria ed è dimostrazione empirica di ciò la cosiddetta IPOCONDRIA VERSO GLI ALTRI: tale quadro fu descritto per la prima volta da Huctinson che ne distinse tre varietà: quella dei genitori verso i figli, quella dei figli verso i genitori e quella rivolta verso una intera comunità.
L’Ipocondria deve essere differenziata dalle Malattie Organiche, specialmente da quelle che interessano diffusamente molteplici apparati, come i disturbi endocrini e quelli del tessuto connettivo.
Sintomi somatici sono comuni nei bambini, e non dovrebbero essere diagnosticati come Ipocondria a meno che il bambino non risulti a lungo preoccupato di avere una grave malattia. Altresì, ansia connessa allo stato di salute e timori di essere debole possono essere frequenti negli anziani, sebbene spesso corrispondano a un Disturbo dell’Umore: in pazienti depressi possono essere presenti sintomi ipocondriaci, ma il quadro clinico è dominato dai sintomi della serie depressiva quali disperazione, idee suicide e abbassamento dell’autostima che sono assenti nella fenomenologia ipocondriaca.
Sintomi ipocondriaci sono presenti anche nel Disturbo d’Ansia Generalizzato (GAD) e nel Disturbo da Attacchi di Panico (DAP): nel DAP si manifestano solo durante gli attacchi di panico, mentre nel GAD non rappresentano il disturbo dominante, ma piuttosto una componente di un disturbo più generalizzato.
L’Ipocondria si differenzia dal Disturbo di Somatizzazione in quanto quest’ultimo non comporta la paura o la convinzione di avere una malattia fisica specifica e grave, ma la preoccupazione riguarda i numerosi sintomi di per sé. Si differenza dalla Fobia Specifica (di malattia), in cui il soggetto ha paura di essere esposto a una malattia, per cui l’idea di malattia è vissuta proiettata nel futuro tanto che, in questi casi, il soggetto ha più timore di prendere o di sviluppare che di avere la malattia ed di conseguenza ricorrerà più al medico che alle medicine. Il rapporto con il medico è vissuto in chiave di passività: il paziente ha la necessità di ricorrere ad un personaggio più forte e mitizzato, il medico, che dotato di una maggiore potenza possa con una rassicurazione neutralizzare "il pensiero" del paziente e placarne l’ansia.
Nella Ipocondria la convinzione patologica non raggiunge proporzioni deliranti, diversamente dai deliri somatici che possono manifestarsi nei Disturbi Psicotici (per es. Schizofrenia, Disturbo Delirante, Tipo Somatico, e Disturbo Depressivo Maggiore, Episodio Singolo e Ricorrente con Manifestazioni Psicotiche). È importante distinguere l’Ipocondria dal Disturbo Ossessivo-Compulsivo da contaminazione, che è caratterizzato non tanto dal timore di avere una malattia, ma dalla paura eccessiva e irrazionale di ammalarsi o di far ammalare qualcun altro tramite contagio e, in genere, da rituali di lavaggio e evitamenti volti a scongiurare tali paure. Va operata la distinzione tra l’Ipocondria e le cosiddette Ossessioni Somatiche, caratterizzate da preoccupazione di malattia o eccessive preoccupazioni centrate su parti del proprio corpo o sul proprio aspetto, che si presentano nella forma di dubbi e non di certezza.

Comorbidità
I sintomi ipocondriaci possono associarsi a numerose patologie psichiatriche, ma possono talvolta instaurarsi, in modo episodico, anche in persone del tutto normali durante particolari situazioni di stress (<6mesi). L’Ipocondria può verificarsi in congiunzione con un DAP, con il quale ha in comune il tentativo della persona di esercitare un controllo sulle proprie reazioni fisiologiche e organiche spontanee. Due terzi dei pazienti ipocondriaci sono affetti da disordini psichiatrici coesistenti, quali il Disturbo Depressivo Maggiore nel 40% dei casi, Attacchi di panico con una percentuale del 15%, il DOC nel 10% dei casi, e, in misura minore, altri Disturbi D’ansia.

Fattori di predisposizione
Malattie gravi, specialmente nell'infanzia, ed esperienze pregresse di malattia di un membro della famiglia, morte di una persona importante.

Prognosi
L’esordio acuto, la breve durata, i sintomi lievi, la presenza di una comorbidità medica generale, l’assenza di un Disturbo di Personalità e l’assenza di guadagni secondari sono indicatori prognostici favorevoli.

Fattori di mantenimento
Nel decorso dell’Ipocondria, alla stregua dei Disturbi D’ansia, viene a crearsi presto una sorta di circolo vizioso del disturbo in virtù di comportamenti di controllo, di evitamento, di protezione, di ricerca di rassicurazione, che fungono da fattori perpetuanti e di mantenimento.
Ripetuti controlli del corpo o l'autoesame possono causare irritazioni e lesioni del tessuto, oltre che disagio interpretato come prova della presenza di una patologia somatica che amplifica l'attenzione che il paziente tende a focalizzare sui fenomeni del proprio corpo.
L’evitamento di comportamenti considerati a rischio, come l'esercizio fisico, impedisce al soggetto di vivere esperienze capaci di smentire le credenze disfunzionali e contribuisce al mantenimento della preoccupazione relativa alla malattia. Il tentativo di sopprimere i pensieri può essere problematico, perché porta a un paradossale e controproducente incremento degli stessi, sulla base del fenomeno della soppressione dei pensieri disturbanti.
La fuga cognitiva aumenta e conferma l'importanza che il soggetto attribuisce all'ideazione (Salkovskis), inducendo un effetto di rebound, cioè a un incremento nel tempo della ricomparsa del contenuto soppresso.
Comportamenti di prevenzione e di protezione: assunzioni di aspirina o vitamine aggiuntive, in assenza di specifiche indicazioni mediche, o il riposo protratto per lungo tempo che può condurre a complicazioni, o l'adozione di particolari posture o nel controllo di risposte fisiche come la deglutizione o la respirazione.
La ricerca di rassicurazione si attua in modo subdolo e consiste nel chiedere al coniuge o ad altri membri della famiglia informazioni riguardo al sintomo, oppure un'accurata descrizione di quelli manifestati da altri. Inoltre, si può ricorrere a consultazioni mediche, richieste di ulteriori valutazioni e indagini strumentali, o allo studio di articoli e libri di medicina nel tentativo di giungere autonomamente a una diagnosi che escluda gravi patologie.

Modelli teorici di riferimento
Nell’ottica della Teoria Cognitiva, la natura e la funzione della elaborazione dell’informazione e dell’attribuzione di significato costituiscono la chiave per comprendere il comportamento disfunzionale proprio dell’ipocondria.
La funzione di "attribuzione di significato", che ha luogo sia ad un livello automatico sia ad un livello deliberato ed intenzionale, è di controllare i vari sistemi psicologici, comportamentale, emotivo, attentivo, mestico, etc., per cui ogni categoria di significato ha implicazioni che sono tradotte in specifici patterns di emozioni, attenzione, memoria, comportamento, aventi una loro "specificità cognitiva di contenuto".
I significati costruiti dal soggetto sono corretti o scorretti in relazione a dati contesti o scopi del soggetto. Quando distorsioni o biases cognitivi hanno luogo, i significati sono disfunzionali o disadattivi e determinano errori nel contenuto cognitivo (significato), nella processazione ed elaborazione cognitiva (elaborazione di significati).
Gli individui sono predisposti a specifiche costruzioni cognitive fallaci che possono avere un senso nella elaborazione routinaria ed economica delle informazioni.
Gli errori di elaborazione possono diventare predisposizioni a specifiche stabili distorsioni quando sono concettualizzate all’interno di temi personali specifici ("vulnerabilità cognitiva").
Il modello di analisi funzionale ABC elaborato da Ellis è utile nell’esemplificare in che modo qualsiasi risposta è mediata dal pensiero, da immagini, e da credenze.
A indica gli Antecedenti, gli avvenimenti e gli eventi fattuali che fungono da stimoli per il soggetto.
B indica le credenze, il pensiero, i ragionamenti, le attività mentali, immagini, inferenze, valutazioni, assunzioni disfunzionali (credenze di base ed errori cognitivi) che riguardano gli antecedenti.
C sta per Conseguenze di natura emotiva e comportamentale; in questa colonna indichiamo le reazioni emotive, i sentimenti, i comportamenti che seguono ciò che accade in B, dato un certo
A. Nell’ipocondriaco, gli antecedenti sono rappresentati dall’esposizione ad eventi critici, quali comportamenti di controllo del corpo, venire a conoscenza di notizie inerenti malattie gravi, più o meno rare, o di decessi a seguito di patologie, etc. Questi attivano i belief, ossia gli schemi di malattia e i relativi "pensieri automatici negativi", oltre che immagini di parti interne del corpo malate. Conseguenze di ciò sono: da un punto di vista emozionale ed esperenziale, l’ansia, la paura, la depressione, la rabbia, oltre, che il vissuto relativo al fatto di non essere creduto o peggio di essere deriso; da un punto di vista cognitivo, le rimuginazioni, la tendenza a concentrarsi sul sé, gli errori di pensiero; dal punto di vista comportamentale, i comportamenti di controllo dei sintomi fisici e le strategie disfuzionali di evitamento e di protezione; infine, rientrano nei C i cambiamenti fisiologici, quali l’aumento dell'arousal.
I teorici inglesi hanno proposto un modello esplicativo dell’Ipocondria che si rifà a quello del disturbo di panico, attribuendo un ruolo centrale alla interpretazione catastrofica degli innocui sintomi somatici e giustificando l’utilizzo di tecniche volte alla riattribuzione normalizzante di tali sintomi e alla distrazione dal corpo.
L’accento viene posto sulla distorsione delle sensazioni propriocettive somatiche e della loro interpretazione in termini di "malattia". Salkovskis, nel suo modello della Falsa Interpretazione per l’Ipocondria, sostiene che cognizioni intrusive e disfunzionali, che possono presentarsi sottoforma di pensieri verbali, immagini, impulsi, vengono a formarsi a seguito di eventi critici vissuti in fasi precoci della vita dell’individuo, per essere modificate successivamente attraverso l'esperienza, concernenti l’insorgenza di malattie o sintomi somatici non previsti, la malattia o la morte di un parente o la sensibilizzazione e la continua esposizione ad informazioni mediche.
In presenza di precipui stimoli stressogeni, tali schemi di "malattia" vengono sistematicamente attivati e percepiti come un’interruzione del flusso di coscienza, tale da catturare l’attenzione e convogliarla sui segnali fisici.
Tale sequenza di eventi, ambientali e cognitivi, conduce a veri e propri errori nell’elaborazione delle informazioni provenienti dalle normali sensazioni somatiche, che vengono distorte ed interpretate come sintomi di malattia.
* Pensiero dicotomico: le cose sono viste in termini di categorie mutualmente escludentisi senza gradi intermedi;
* Catastrofizzazione: gli eventi negativi che possono verificarsi sono trattati come intollerabili catastrofi;
* Astrazione selettiva: consiste nel focalizzare dettagli estrapolati dal contesto, per cui un solo aspetto di una situazione complessa, nello specifico una sensazione somatica, diviene per l’ipocondriaco il focus dell’attenzione, mentre altri aspetti rilevanti della situazione sono ignorati, tanto da pervenire alla svalutazione dell'importanza di interpretazioni alternative dei sintomi e alla sottovalutazione delle risposte mediche allorquando queste non confermano la presenza della patologia.

 

Benvenuti nel sito della Dott.ssa Giusi Trapani, Psicologa Psicoterapeuta - iscritta all'Ordine Psicologi Regione Sicilia n. 3390 - riceve a Palermo in via Monte San Calogero n. 5 - Tel. 091 619 9333 - Cell. 345 3781020 - Autorizzazione PsySicilia 2005

 

 
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